Parlando di realismo, viene da pensare alle dichiarazioni dello sceneggiatore Wei Lu che ha dichiarato recentemente come in Cina vi siano tanti buoni documentaristi, ma pochi validi registi di film di fiction

Non sono un esperto di documentari, e soprattutto in Cina ho girato un solo documentario pubblico, quindi non ho una conoscenza profonda del cinema documentario cinese. Per quanto riguarda però il perché i registi cinesi non sembrino tanto bravi a raccontare storie di fiction o a sfruttare il potenziale delle tematiche sociale, posso provare, in qualità di regista, a spiegare il perché. Anche se sono un regista di Hong Kong, se scelgo di girare un film in Cina, ho bisogno di scegliere un tema che venga approvato dal governo. jacobcheung2Ci sono molti temi di discussione sociale, che il governo può ritenere poco adatti a essere messi su pellicola. O possono esistere alcune tematiche che il governo non gradisce propagare. Il governo vuole tutelare il pubblico cinese, impedendo loro di usufruire di tutte quelle storie che potrebbero generare inquietudine. Per esempio, raramente vengono girati e approvati film che abbiano come tema la polizia o l’esercito o il suicidio, la convivenza o, ancora, i conflitti democratici.

Perché ci sono un sacco di temi dai quali si vuole stare alla larga e che non passano la censura. Perché il governo è sempre molto attento nel sistema di censura, si devono girare i film secondo le regole e le linee guida. Ecco perché la maggior parte dei registi e degli investitori non sono disposti a puntare un centesimo su questi temi. Come risultato, questi film sono gradualmente abbandonati. Quindi, credo che i registi cinesi debbano essere particolarmente di talento se hanno intenzione di girare film con questi tipi di temi sociali, anche perché non esistendo molto esempi di film del genere girati in precedenza, mancano loro i riferimenti necessari.Detto questo però, c’è anche da dire che conosco alcuni giovani cineasti che girano documentari e che sono del tutto ammirevoli. Continuano a perseguire alcuni temi per anni fino a quando non possano trarne una storia completa. Il che è davvero toccante, perché questi giovani non temono la povertà o lo stress o le difficoltà della vita, e perseguono i loro valori e i loro ideali solo per raccontare le loro storie. Ho molto rispetto per tutti loro e per la loro carriera.

A proposito di carriera, parliamo della sua. In 25 anni da regista ha girato oltre quindici film, del tutto diversi tra loro per genere e tematica: da film intimisti come Midnight Fly (2001) a opere socio-realistiche come Cageman. Da drammi epici come A Battle Of Wits (2006) fino al recente Rest On Your Shoulder (2011), che è molto difficile da etichettare in uno specifico genere.

C’è un motivo per il quale ho girato film così diversi. In primo luogo non sono un regista che proviene dalle scuole di cinema. Questo perché ho dovuto lavorare duro e non ho avuto l’opportunità di frequentare una scuola quando ero giovane. Inoltre, non sono nato ricco. Per fortuna, mi è stato offerto un contratto di regia, quando avevo poco più di 24 anni. Per essere un buon regista potevo quindi imparare solo dalle esperienze delle mie produzioni. Quindi la scelta di diversi soggetti e delle differenti motivazioni e aspettative a essi legati era molto importante per me. Penso che la cosa più importante sia la comunicazione tra un regista e il suo pubblico. Ad esempio, come posso attirare il pubblico quando si tratta di girare una commedia? Se si vuole fare una commedia è importante raccontare una storia in modo comico. Se voglio girare un film su Dracula, è ovviamente importante invece spaventare. Quando infine voglio fare una storia toccante, voglio riuscire a far piangere il mio pubblico. Ho finito la mia prima produzione con quest'atteggiamento e con questa idea in testa. Tuttavia, i film che mi piace davvero fare sono quelli che trattano di persone comuni nelle grande epoche storiche, come Beyond The Sunset (1989), un film che ho voluto girare più di altri, e che racconta la storia di Yue Fei, un patriota ed eroe nazionale cinese. Inoltre, volevo fare un film sui cinesi che vanno all'estero e si guadagnano da vivere costruendo le ferrovie.

Ho davvero voglia di ambientare i film in questi scenari e tematiche grandiosi. Perché sono curioso di mostrare come queste piccole persone possano sopravvivere quando costretti ad affrontare la pressione sociale. Però è stato solo nel 1995 che ho capito che avevo bisogno di iniziare a pensare seriamente. Che avevo bisogno di fare le cose che volevo nel profondo del mio cuore il più presto possibile. Poiché in quel periodo molti dei miei amici morirono, artisti come Lam Ching-Ying e Roy Chiao. Inoltre, anche alcuni attori che avevano lavorato con me, come Leslie Cheung e Anita Mui, passarono a miglior vita uno dopo l’altro. Dopo tutto questo, avevo ancora voglia di aspettare che le mie capacità maturassero in modo da poter girare il mio film perfetto? Se avessi aspettato, forse, non avrei avuto alcun vigore dopo. Quindi, dopo il 1995, mi sforzai di fare soltanto i film che amavo, quelli che volevo fare quando sognavo ancora di diventare un regista. A Battle Of Wits fu poi uno di questi film. In realtà, stavo solo imparando quando giravo diversi generi di film. Per quanto riguarda i film più recenti, incluso Rest On Your Shoulder, volevo mettermi alla prova con le nuove tecnologie. Al giorno d'oggi, la tecnologia ci aiuta a raccontare storie e garantiscono un’atmosfera e delle scene ideali. Ed è per questo che ho scelto la computer graphics. I film fantasy sono soltanto piccole produzioni in Cina, a causa della scarsa conoscenza del ruolo importante che la tecnologia ricopre. Spero che i miei colleghi inizino a girare sempre più film ambientati sullo spazio o sott'acqua. Non siamo in grado di soddisfare le nostre aspirazioni senza un’adeguata e avanzata tecnologia. Con film come Rest On your Shoulder o anche il mio nuovo film, White Haired Witch (2012), racconto una storia attraverso le nuove tecnologie informatiche. La priorità è capire come usare la tecnologia per raccontare meglio la storia. E scoprire come utilizzare al meglio questa tecnologia mi permetterà di girare film migliori.

Tanti film e generi diversi dunque. Giuseppe Tornatore ha detto in un’intervista che i registi anche quando fanno film diversissimi finiscono in realtà con il girare sempre lo stesso film. È d'accordo? Riesce a trovare un denominatore comune, sia esso poetico o tematico, nei film da lei diretti?

In un certo senso sì. Posso dire di essere d’accordo, a grandi linee. Tutti i film di cui ho poc'anzi parlato hanno infatti davvero una cosa in comune: vogliono esprimere amore. Penso che i film senza amore siano tristi e vuoti. E, da regista, voglio condividere con il mio pubblico le cose che amo, quello che mi commuove e che mi ispira.

Parliamo allora dei suoi film. Tra i film che lei ha avuto occasione di dirigere quale considera il migliore o quale le piace di più?

Se dovessi scegliere un film, direi Intimates (1997). Anche se Cageman ha vinto molti premi e mi ha dato molto riconoscimento e lodi, io continuo a preferire Intimates. Le ragioni della scelta risiedono nelle vicende della sua produzione, nell’efficacia della storia e della mia soddisfazione personale. E Intimates rispecchia le mie intenzioni con soltanto il 5% di scarto. Intendo dire che nessun film può soddisfare completamente le intenzioni iniziali del regista. Quando il regista non è d’accordo con i suoi colleghi o con i suoi collaboratori, deve trovare un compromesso. Scegliere il male minore e dedicarsi alle riprese. Abbiamo bisogno di seguire questa regola nel fare il cinema. Tutta la troupe e gli attori mi hanno dato un sacco di sostegno durante le riprese di Intimates. E il lavoro fatto da tutti è stato fantastico. Quanto a Cageman, è stato invece come un compito a casa, completato però con un voto elevato.

A proposito di Cageman, quello che colpisce nel film è l’attenzione realistica per il mondo degli umili e per i legami sentimentali all’interno del nucleo familiare. Idee che sembrano elementi importanti della sua poetica.

Cageman è un film che racconta una storia sugli strati più bassi della società. Perché presto più attenzione a queste persone? Penso di essere più propenso ai film che ritraggono la povera gente, probabilmente a causa del mio passato. Provengo da una parte piuttosto povera di Hong Kong e vivevo in una casa popolare in affitto, pagando solo poche decine di RMB al mese. Sono cresciuto in questo tipo di ambiente. Ecco perché sono più attento alla vita di queste persone e mi viene più facile raccontarla. Se mi chiedete di fare un film sui ricchi, posso soltanto immaginare ciò che le loro vite e i loro valori possano essere, ma quando si tratta della vita delle persone comuni, io ci sono passato. Quindi posso capire le loro emozioni. Così è più reale per me rappresentare queste persone attraverso un punto di vista con il quale è per me facile identificarsi. È successo lo stesso con Cageman. Provengo da una famiglia umile, così mi interesso alla gente umile. Non so se questo possa essere considerata la mia “poetica”. Io parlo soltanto di quello che conosco meglio.

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