The AccidentIn The Accident hai un cast solido. Com'è stato lavorare con gli attori? Sei soddisfatto del risultato? Penso tu abbia fatto uno splendido lavoro con Ben Ng, la sua metamorfosi è notevole. Sei soddisfatto delle tue scelte?
Ripensando a come è andata, è stato un misto, in parte progettato, in parte casuale. Almen Wong ha accettato grazie all'interessamento del mio capo, che mi ha aiutato a tenere i contatti con gli investitori. Devo ringraziarla se il progetto è diventato realtà. Andrew Lin, invece... in realtà volevo Louis Koo, che all'epoca non aveva ancora un cachet esorbitante, ma non è stato possibile. Ho sempre desiderato lavorare con Koo, tanto che ho già una sceneggiatura pronta scritta appositamente pensando a lui. Aspetterò. Andrew è bravo, ma non è riuscito ad aprirsi completamente, è un tipo piuttosto introverso. Ben Ng è molto professionale, e mi ha dato ciò che cercavo. Wong Hei invece è più opportunista, recita sostanzialmente se stesso. Gigi Lai ha provato intensamente a essere diversa dal solito, ma lei e Patrick Tse non si sono trovati.
Non credo comunque si tratti di un cast di star, secondo lo standard hongkonghese. Si tratta semplicemente di un buon bilanciamento, pensando al budget e al fatto che era il mio esordio.
Per Night Corridor ho avuto l'opportunità di scegliere gli attori in prima persona. Ho ottenuto chi volevo, e sono soddisfatto del risultato, considerati i soli 13 giorni di riprese, contro i 25 di The Accident. Sono loro debitore. Per farti un esempio, ho conosciuto Eddy Ko quattordici anni fa. Fui il primo a fotografarlo e intervistarlo per City Magazine. Credo sia il più grande attore di Hong Kong, semplicemente non ha avuto fortuna. Lo considero più un amico che un semplice attore. Dopo tutti questi anni in cui non ci siamo sentiti, si ricordava ancora di me e mi ha confessato di avere ancora una copia della rivista.

Sia The Accident che Night Corridor hanno una forte connotazione sessuale: in generale ho l'impressione che la sfera sessuale sia un fattore importante per te. Una volta hai detto: «Voglio il sesso prima dell'amore, dico sesso prima di amore!». Cosa ne pensi?
Credo che il sesso sia un mezzo. Anche le storie di vampiri, per esempio, sono connotate sessualmente. Il sesso è un modo di accrescere la propria relazione con l'altro. Dominazione e sottomossione, spesso in un breve arco di tempo. Poi ci si chiede, ci sarà una storia dopo il sesso? Sarà scomparso la mattina successiva? Vorrà restare? E' una speranza, una promessa, ma sempre un tradimento. Tutto l'irreale diventa così reale. Ricordo che una volta qualcuno a letto mi disse: «Andremo a Barcellona un giorno». Naturalmente non è mai successo, ma in quel momento ho creduto alle sue parole. Si possono sviluppare così tante cose a partire dal sesso: il dramma, la tensione, il climax. In questo senso una scena di sesso nei miei film è un veicolo per esplorare i sentimenti, ma visti da un punto di vista differente. Non è certo l'occasione per mostrare un nudo femminile o per avere un accento melodrammatico con musichetta di sottofondo. La cruda scena di sesso omosessuale in The Accident ha a che fare con una promessa, che per forza di cose è una menzogna. Wong Hei si convince che avrà un amante, il mattino successivo. E' un contratto prima di un'illusione. Due persone hanno scambiato la loro identità tramite il sesso.
In Night Corridor Daniel Wu dice al suo ex-compagno di scuola: «Voglio che mi scopi». E' uno stratagemma per far esplodere le sue paure represse e sperimentare l'impossibile, essere scopato da un eterosessuale, per soddisfare una fantasia.
Per quanto mi riguarda, in un periodo della mia vita ho cercato la mia vera identità tramite il sesso, ma adesso mi sono tranquillizzato, cerco di non esercitare questo potere, per non lasciare libera l'immaginazione troppo spesso. Anche se poi, nell'animo, sono un libertino.

La musica e il montaggio sono elementi importanti nei tuoi film. Entrambi sono originali rispetto agli standard hongkonghesi. Cosa hai preteso da musicisti e montatori? Sei soddisfatto del loro lavoro?
Ti sembrerà strano ma la musica d'apertura di Night Corridor l'ho scritta io, anche se molto prima di girare il film. Se avessi studiato musicaNight Corridor avrei potuto essere un buon compositore, ma scrivere un  pezzo valido non è sufficiente, bisogna trovare qualcuno in grado di approntare l'intero tema. Jun Kung è stata una scelta inevitabile. Daniel Wu, anche produttore, non ha voluto nessun altro. Il film era già in fase di montaggio. Io non lo conoscevo, non conosco la scena rock in cui è famoso. Preferisco la musica dolce e misteriosa delle colonne sonore europee, come in Diva, con quel tocco di opera. Ma fin dall'inizio ho avuto la certezza che Jun Kung fosse la scelta giusta. Non solo ha cambiato il tema iniziale, variandolo con arrangamenti d'effetto, ha anche dato vita a un'atmosfera gotica e oscura adatta alla Hong Kong che avevo in mente. La storia è ambientata nel periodo natalizio: volevo ci fosse un contrasto tra la musica interiore di Sam Yuen, il protagonista, e l'aria festosa della città. Ogni volta che Sam si trova nei meandri della biblioteca, il tema principale torna a risuonare. Quella musica rappresenta la psiche contorta del protagonista. Penso che Jun meritasse maggiori riconoscimenti per il lavoro svolto nel mio film. In ogni caso la sua scelta è stata una scommessa, perché non è possibile indirizzarlo. Si può soltanto aspettare e pregare per il meglio. Con le persone dotate di talento è sempre così.
In The Accident la colonna sonora è opera di Ronald Ng, che ha scritto diverse canzoni pop melodiche per artisti di successo. Si trovò d'accordo con me nel sapore europeo da dare al film, inizialmente. E' stato più scaltro: ha scritto diversi temi e me li ha fatti ascoltare, sviluppando solo ciò che mi piaceva. E' stato più semplice lavorare con lui, in un certo modo più professionale, ma con meno sorprese. Nell'insieme, è stato più prevedibile. Anche per questo non ho lavorato con lui una seconda volta. Mi piace prendere rischi, e in Night Corridor ho preso tutti i rischi possibili, dal casting alla musica. Mi piace che le persone mi sorprendano. E' questo il problema a Hong Kong, in questo periodo; nessuno vuole rischiare. Io potevo permettermelo, in quanto indipendente, e lo scopo era fare esattamente qualcosa di impensabile in un film commerciale.
Il montaggio è attualmente il lato più debole della catena produttiva. Ho un buon oreccho musicale e un occhio esigente per la fotografia, sono parte integrante del mio modo di raccontare storie. Il montaggio è l'ultima parte, quella meno divertente. Con The Accident ho lavorato insieme a due montatori diversi, nessuno dei due scelto da me. E' stato Maurice Li a completare l'opera. E' il favorito di Stanley Kwan e Mabel Cheung. E' molto razionale. Ma io a volte sono imprevedibile, e non voglio che la storia sia narrata in modo tradizionale. Me ne sono disinteressato per un po' e li ho lasciati fare ciò che volevano, poi ho guardato il lavoro: non era male. L'unico aggiustamento che mi sono riservato è stato scegliere le scene che mi piacevano di più: ho delle preferenze per certe scene, specialmente per gli effetti di luce. Ricordo che ero particolarmente attratto dalle luci che colpivano Wong Hei nella scena del taxi, così ho rifatto la scena molte volte. Non intervengo troppo in fase di montaggio, curo solo l'atmosfera e le luci, così non ho imparato molto sul tavolo di montaggio di The Accident, e mi dispiace. Ma sembra comunque di essere riuscito a donare un'atmosfera unica ai miei film.
Per Night Corridor qualcuno mi presentò Yau Chi Wai, che aveva lavorato alla serie Police Story di Jackie Chan. All'inizio ero riluttante; mi sembrava troppo commerciale, anche se ha accettato di lavorare entro il mio budget. Non ci conoscevamo minimamente. Gli ho lasciato campo libero, senza dargli istruzioni. A Hong Kong i montatori non sono coinvolti durante le riprese, arrivano a lavoro finito. Ma il montaggio può realmente cambiare il senso di una storia, solo dopo il film acquista la sua struttura logica. Fortunatamente la versione che mi presentò era molto simile a quello che avevo in mente. Era stato esplicito solo in qualche passaggio che volevo restasse oscuro; volevo che il film risultasse più astratto. Doveva poter essere interpretato ambiguamente, si doveva poterlo sentire più che comprendere, esattamente l'approcio di David Lynch. In effetti la mia scelta ha sollevato qualche protesta, come previsto. Ho cercato di sfumare deliberatamente la storia e ho lasciato volutamente un finale aperto, confuso. Forse un montatore commerciale non avrebbe accettato un finale così aperto, ma non volevo dare al pubblico la soddisfazione di un finale comprensibile, così l'ho accorciato deliberatamente. Yau mi ha aiutato molto nel dare ritmo alla storia. Ha inconsciamente applicato a un film artistico il passo rapido caratteristico dei film d'azione di Hong Kong. E' per via di questo montaggio veloce che il film è risultato più corto di quanto mi aspettassi, solo 75 minuti. Yau ha tagliato ogni singolo fotogramma che non spingeva la storia, per non dare allo spettatore lo spazio per rilassarsi, aumentando la suspense. Prima che Yau arrivasse, alcuni studenti mi avevano aiutato a fare un montaggio rozzo, ma ero all'inzio, perso in un vicolo cieco. Yau mi ha mostrato come procedere. Così ho scoperto che il montaggio dei film di Jackie Chan, vivace, pulito, immediato, più veloce di quanto gli spettatori si aspetterebbero, può essere adattato in modo economico a un thriller artistico.

Entrambi i tuoi film sono tristi e pessimisti. Preferisci la notte al giorno?
Devo ammettere di essere pessimista e malinconico per natura, non ci posso fare nulla. Mi piace più la notte del giorno. Ricordo che risposi Night Corridora domande simili quando entrai alla scuola di cinema in Inghilterra. Ci pensai per un po', non risposi immediatamente; solo il giorno dopo dissi all'intervistatore che di notte cambiamo, perdiamo la nostra identità diurna. Siamo creature della notte, in cui quasi tutto può accedere. La notte rivela la nostra vera identità. Amo particolarmente la notte di Parigi o di Milano e di tutte quelle città al neon in cui si susseguono incontri, incroci. Che poi sono il tema di The Accident. Nosferatu si risveglia solo di notte, e dorme di giorno. Lo stesso vale per Night Corridor.
Io stesso cerco di tirar tardi, di non addormentarmi troppo presto. Quando ero piccolo la notte scrivevo, con mio padre che urlava perché spegnessi la luce. Ho molte ispirazioni durante la notte, vengono, passano, e al mattino sono scomparse. O forse sono semplicemente spaventato all'idea di risvegliarmi il giorno dopo. A volte vorrei poter fermare il tempo in una notte perenne. La notte è il corridoio che non ha fine.

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.